CARNEVALE DI VENEZIA: STORIA, CURIOSITA’ E IL MAKE UP DELLE DAME

18/02/2019 Dott. Letizia Foglieni

Il costume e gli accessori della Dama Veneziana

Gli abiti della Venezia settecentesca s’ispirano al Rococò francese.

I costumi sono caratterizzati da un giacchino che si appoggia sui fianchi, aderentissimo detto “caraco”. Le maniche sono lunghe strette sino al gomito, poi scampanate sino al polso e provviste di volant.

La gonna è ampia e allargata dai cerchi della crinolina che sostiene la stoffa in genere damascata. Ai giorni nostri i costumi non implicano l’uso di busti steccati come nel settecento.

Gli abiti in toto sono decorati con preziosi pizzi e merletti, passamanerie dorate, rouge, fiori di stoffa, etc.

Il ventaglio è un importante elemento del costume.

Come i “nei”, può essere uno strumento di comunicazione adottato dalle dame del ‘700.

Lunghissima la lista dei messaggi che si possono inviare con un ventaglio.

Ad esempio appoggiarlo sulla guancia destra è un segno affermativo, mentre sulla sinistra è un segno di diniego.

E ancora: sventolare velocemente significa “essere fidanzate”, mentre lo sventolare lentamente, è proprio della donna maritata.

Il desiderio di essere baciate è espresso dal manico del ventaglio appoggiato sulle labbra mentre quando è chiuso appoggiato sul cuore significa dichiarare: “avete conquistato il mio cuore”.

Completa il look una parrucca incipriata, reperibile facilmente online a poco prezzo, ma anche nei supermercati.

Se desiderare infondere negli ammiratori un’ ala di mistero, acquistate o confezionate una preziosa mascherina per coprire gli occhi, magari in prezioso pizzo macramè o raso decorato.

E’ possibile acquistare i costumi o noleggiarli presso famosissimi atelier disseminati in tutta Venezia.

Ecco nel seguente video alcuni esempi di preziosi costumi.

A questo punto non resta che immergersi nell’atmosfera settecentesca del Carnevale di Venezia, sorseggiando magari un tè presso i bar storici di Piazza S.Marco: il “Caffè Florian“, il “Gran Caffè Lavena” o il “Gran Caffè Quadri“.